ITALIA – ERITREA: UNA RELAZIONE TRAVAGLIATA DALLA NOTTE DEI TEMPI AI GIORNI NOSTRI. THE GOOD ITALIA
Premessa: l’autore confessa che scrisse The good Italian pensando di realizzare un film. Ed infatti il romanzo storico che il lettore si trova davanti presenta diverse caratteristiche specifiche del mondo cinematografico. Nonostantte l’opera di fiction, ossia non tratta da una storia realmente avvenuta, il contesto storico culturale e’ estremamente dettagliato. E’ d’obbligo effettuare una precisazione per quanto riguarda il termine storico e quello culturale: il primo fa riferimento alla rappresentazione cronologica degli eventi politici accaduti durante il corso del Primo Novecento; il secondo si riferisce tutto cio’ che appartiene alla cultura di una societa’, Intesa come gruppo umano, e quindi il genere di musica diffusa, i temi piu’ diffusi costituenti i discorsi che avvenivano tra persone comuni in pubblico, le idee che caratterizzavano singoli individui.
Fino al momento del processo la storia raccontata presenta una netta prevalenza maschile, in cui il sesso e’ visto come mezzo piuttosto che come unione e sentimento dalla totalita’ dei personaggi, principali e secondari, senza distinzioni di genere.
La svolta avviene attraverso una donna, la vicina di casa del protagonista maschile, Enzo, che architetta un piano per vendicarsi dell’uomo che ha rifiutato la proposta di condividere con lei un tradimento ai danni del marito. Da questo momento in poi la visione femminile assume una preponderanza importante fino alla conclusione del romanzo. Infatti, la protagonista femminile, Aatifa, seppur appoggiando la versione difensiva dell’avvocato e dell’imputato, confessa pubblicamente per la prima volta la sua triste verita’ e cioe’ il tradimento che diversi uomini le hanno perpetrato fin dalla prima adolescenza, causandole traumi ardui da superare. Se all’inizio il padre la cadette in cambio di denaro, il primo uomo con cui ebbe una relazione sessuale abuso’ di lei per poi rinnegare il frutto di quel rapporto. La figlia nata da quella relazione a sua volta divenne madre molto presto, facendola diventare nonna prima dei trent’anni.
Enzo, sentendo per la prima volta la drammatica verita’, rinnega la sua versione ufficiale che gli avrebbe lasciato la liberta’, ammettendo pubblicamente di essere Innamorato di una donna Eritrea, che non e’ mai stata in casa sua una meretrice, bensi una domestica inizialmente e una amante, con il susseguirsi del tempo trascorso insieme. Queste confessioni irrigidiscono il pubblico, in particolar modo l’avvocato difensore di Enzo, e hanno come conseguenza l’incarcerazione dell’uomo per cinque anni, come voleva la legge fascista di Mussolini.
L’unica sofferenza che l’uomo dimostra, pero’, e’ il timore che possa accadere qualcosa a Aatifa, e per questo incarica il fedele collaborator Eritreo, Daniel, di andare a cercarla per porgerle le sue scuse e continuare a pagarla come domestica.
Fortunatamente alcune notti Aatifa trova modo di andare a trovare Enzo, correndo diversi rischi ma facendogli sentire la sua presenza e rassicurandolo del fatto che il sentimento nei suoi confronti non e’ mutato. Disgraziatamente, una di queste notti, accade che la donna venga scoperta in flagrante da un italiano che viene colpito dalla figlia di Aatifa, accorsa in sua protezione. In seguito all’omicidio di quest’uomo Aatifa e’ costretta a mettersi in fuga, in quanto non e’ la figlia ad essere accusata del delitto, ma lei stessa. Questa fuga e l’attesa di Enzo sono raccontate in parallel a un ritmo incalzante. Il momento della liberazione di Enzo coincide con la caduta dell’impero italiano in Eritrea; per questo motivo Enzo viene liberato con un anno di anticipo.
La conclusione del romanzo riesce finalmente a oscurare le incertezze derivanti dalla diversita’ culturale dei protagonisti per mettere in luce il sentimento di amore autentico che lega Enzo a Aatifa. Tutto cio’ che verra’ non e’ dato sapere al lettore, l’unica cosa realmente importante e’ che d’ora in avanti l’uomo e la donna affronteranno le difficolta’ del futuro tenendosi per mano.