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Benvenuto nel blog della Scrivente Errante! 

Uno spazio dove conoscere una Mamma, AUTRICE degli ARTICOLI e delle RECENSIONI che troverete su questo blog, appartenente alla generazione dei Millennials di due bambine Cosmopolite, a cui spero di poter dare gli strumenti per realizzare i loro sogni ed essere FELICI! 

LA PICCOLA FOCACCIA DI FARINA D'AVENA

L'anno scorso mi apprestavo a trascorrere il mio ultimo mese di gravidanza leggendo e traducendo in italiano alcune storie scozzesi. Per Maitea, per Lavinia e per tutti coloro che avranno la bonta' di leggerle, da soli o ai propri figli.

Vi ripropongo questa storia, con alcuni collegamenti a Robert Burns e alla giornata della memoria.


"Io e Chikaima Maitea diamo il benvenuto al mese di Febbraio 2020 con la storia della focaccina scozzese che scappa da tutti tranne che da coloro che realmente hanno bisogno di lei. Ho volutamente scelto di cambiare il genere del personaggio principale, dal maschile al femminile, per rendere appositamente il rapporto tra il maschile e il femminile, che auspico non siano piu' rigorosamente contrapposti come accadeva in passato: tutto cio' che di buono possono fare i maschi lo possono fare anche le femmine!


Ovviamente, il nostro amato Rabbie Burns cito' le focaccine scozzesi, vi lascio qui il link di alcune canzoni tratte dalle sue opere!



L'umana pietas che mostra la focaccina scozzese e' stata mostrata a Liliana Segre e alle vittime del massacro nazista molto tardi: questa favola ci insegna proprio a essere piu' empatici, mettendoci piu' spesso nei panni altrui. "


BUONA LETTURA!





Questo racconto mi fu raccontato da mia madre. E’ simile alla storia dell’omino di pan di zenzero, ma con un finale piu’ felice. Selkirk, una cittadina ai bordi della Scozia, e’ molto famosa per le sue focacce, che sono tipicamente arricchite da frutta secca piuttosto che dalla tradizionale farina d’avena. Sono deliziose. "


C’era una volta una matrona sposata con un brav’uomo e la cosa che amavano di piu’ fare insieme era mangiare tanto cibo. Un giorno la matron adecise di preparare delle focacce di farina d’avena per viziare il marito.

“Mmmmh...” il brav’uomo si sfrego’ la pancia. “Non vedo l’ora!” disse quando vide la moglie prendere il latticello, l’avena, l’uvetta e l’uva sultanina.

La moglie mescolo’ la frutta, la farina, l’avena e il latticello tutto insieme. Il passaggio successive fu quello di stendere l’impasto fino a che avesse la giusta densita’, dopo di che formo’ due grandi focacce rotonde. Fu allora che verso’ dell’olio nella pentola e la mise sul fuoco. Quando l’olio comincio’ a sfrigolare, piazzo’ le due focacce nella pentola.

“Mmmmm...” La matrona strofino la sua pancia. “Che meravigliosa vista!” disse quando vide che le focacce iniziarono a dorarsi.


Queste due focacce erano quasi cotte quando la matrona noto’ che era rimasto ancora dell’impasto. Velocemente preparo’ una terza, piccola focaccina. E la piazzo’ nella padella di fianco alle altre.


Ora le due focacce grandi erano pronte cosi la matrona le tiro’ fuori dalla padella e le piazzo’ in due piatti, uno per il marito e una per lei stessa. La matrona e suo marito si sedettero a mangiare. In meno di un minuto trangugiarono tutte le focacce perche’ mangiavano molto velocemente.

Allora la moglie vide che la terza focaccina si era nel frattempo cotta al punto giusto e penso’, “Oho! Avro’ la focaccina per me!” E allungo’ la mano per prenderla dalla padella.

Ma il brav’uomo aveva sentito nell’aria ancora lo stesso piacevole profumo provenire dalla pentola. E disse a se stesso, “Oho!, questa e ‘ la piccolo focaccina. Penso che la mangero’ io per primo.”


Nello stesso momento i due tentarono di agguantare la focaccina. La pentola traballo’ dal fuoco. Come la focaccina si sposto’ su un lato e penso’, “Guarda questi due avidi. Ho visto che hanno divorato un’intera enorme focaccia. Non hanno bisogno di mangiare anche una piccolo focaccia come me.” Cosi la piccola focaccia salto’ fuori dalla padella e taglio’ la corda passando dal pavimento.


La matrona e il brav’uomo corsero per prendere la focaccina. Wham! Inciamparono uno sull’altro e si schiantarono al suolo.

La focaccina li derise iniziando a canticchiare mentre scorazzava via dalla casa:


Sono la focaccina che

Salto’ fuori dalla padella

Per correre via piu’ veloce che posso.


La focaccina corse via per le strade del villaggio e arrivo’ al negozio del calzolaio. Ora il calzolaio, un uomo grasso, stava lavorando all’ingresso. Piegato dal dolore, era intento a inchiodare alcune suole nuove in un paio di stivali. Udendo il trambusto, alzo’ la testa.

Quando il calzolaio noto’ la focaccina correre verso di lui penso’, “Oho! E’ arrivata una graziosa focaccina. Quanto mi piacerebbe averne una come colazione!”

Ma la focaccina aveva guardato il calzolaio e penso’, “Il calzolaio e’ ben piazzato. Non ha bisogno di una focaccina come me.”

Cosi la focaccina corse via dal calzolaio, e questi cadde con le braccia in alto. Lo stivale che stave tenendo in mano volo’in aria e gli cadde in testa.

E cosi la focaccina rise mentre correva via cantando:

Sono la focaccina che salto’ fuori dalla padella

Per correre vi piu’ veloce che posso.

Ho lasciato la matrona e il brav’uomo

E ora corro via da te

Perche’ non meriti una focaccina come me!


Lungo la strada una giovane ragazza stave seduta alla finestra. Era intenta ad avvolgere una lunga matassa di lana. Quando vide la focaccina schiocco’ la lingua e penso’, “Oho! Avevo giusto voglia di una focaccina per pranzo.”

Corse in strada e provo’ a fermare la focaccina.

Ma la focaccina la vide e penso, “E’ una graziosa ragazza. Non ha bisogno di una focaccina come me.”

Cosi la focaccina la scanso’ in un modo e nell’altro, poi corse in cerchio – non due volte, ma venti. La ragazza giro’ in tondo cercando di seguire la focaccina, ma piu’ girava in tondo, piu’ il filo di lana la avvolgeva. Presto fu bloccata e non pote’ piu’ muoversi.

La focaccina rise, e correndo via canzono’ in questo modo:

Sono la focaccina che salto’ fuori dalla padella

Per correre vi piu’ veloce che posso.

Ho lasciato la matrona e il brav’uomo

E ora corro via da te


Perche’ non meriti una focaccina come me!


Alla fine del villaggio c’era una fucina. Il fabbro era al lavoro, martellando un ferro di cavallo. Quando vide la focaccina correre verso di lui disse, “Oho! C’e una deliziosa focaccina. Potrei mangiarmela per cena.”

Ma la focaccina avvisto’ il fabbro e vide che era grande e muscoloso e penso’, “Il fabbro non ha bisogno di una focaccina come me.”

Il fabbro apri’ le mani e le gambe per provare a prendere la focaccina.

Ma la focaccina corse via tra le gambe del fabbro, facendolo cadere. Al fabbro cadde il martello sul piede e saltello’ lanciando un grido di dolore.

La focaccina rise e indirizzo’ a lui la canzoncina:

Sono la focaccina che salto’ fuori dalla padella

Per correre vi piu’ veloce che posso.

Ho lasciato la matrona e il brav’uomo

E ora corro via da te

Perche’ non meriti una focaccina come me!

E la focaccina corse via fuori dal villaggio addentrandosi nella foresta. Al limite di questa, trovo’ due bambini molto poveri che trasportavanoun cestino insieme. Stavano raccogliendo bacche perche’ non avevano niente da mangiare a casa.

Quando la focaccina vide due bimbi affamati, penso’, “Poverini questi bimbi. Sono sicura che farebbe loro molto piacere una focaccina da mangiare!”

E la focaccina li chiamo’ cosi:

Sono la focaccina che salto’ fuori dalla padella

Per correre via piu’ veloce che potevo

.

Ho lasciato la matrona e il brav’uomo

Sono corsa via dal calzolaio; dalla tessitrice; dal fabbro

Ma non correro’ via dalla vostra vista

Perche’ voi avete bisogno di una focaccina come me!


Cosi la focaccina salto’ nel loro cestino. E loro la portarono a casa, e quella notte i due bimbi si gustarono una squisita focaccina per cena.



Traduzione di Bruni Alessia

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