Recensione di "Non farcela come stile di vita. Una guida per diversamente performanti." Prima parte
A 36 anni ringrazio persona che dimostra nella vita di tutti i giorni di essermi amica, rispondendo ai miei messaggi, ricordandosi del mio compleanno o di quello delle mie figlie, o semplicemente mandandomi gli auguri di Buon Natale. Sono riuscita a sviluppare, a mie spese, un radar nei confronti di chi dice subito di essere in sintonia con me e poi, appena critico il "sistema" che mi hanno proposto, scaricano la responsabilita' sulle mie incapacita'. Sul mio essere "MammadiMerda". Sono consapevole dei miei limiti, e di non saper sfruttare appieno i nuovi sistemi per diventare ricchi come Blackfort o cose simili, e percio' adotto il sistema della formica, ovvero risparmiare eliminando tutto cio' che mi fa male (al peso, e quindi alla salute, o allo spirito, e di conseguenza al portafoglio).
Come le MammeDiMerda autrici di questo manuale, sono ottimista ogni volta che inizio qualcosa di nuovo, per voi darmi all'improvvisazione sul finale per salvare baracca e burattini. Pero' ho una dote su cui voglio lavorare: la curiosita' di sapere come vivono persone nate in famiglie diverse dalla mia, in un'altra citta', in un altro paese o continente. Questa curiosita' permette alle mie figlie di sapere, a cinque e tre anni, che quando cade loro un dente da latte alcuni bambini girano attorno alla casa, altri lo lanciano sul tetto insieme a un certo numero di sassolini (il numero dipende dal genere sessuale di appartenenza); alcuni aspettano la fatina dei denti, altri aspettano il topolino.
In questa lettura ho scoperto che il romanzo che mi ha formato maggiormente, uno dei primi libri letti in assoluto, arrivo' in Italia con quarant'anni di ritardo e dopo Piccoli Uomini.
E io che vengo definita una fallita dalla notte dei tempi scopro grazie a Sarah e Francesca che esiste un movimento globale chiamato "Fuck up nights" dove persone di successo decidono di raccontare quando hanno fallito. E una prima lezione ne esce fuori: "e' sempre il momento in cui decidiamo di cristallizzare il racconto che ne determina l'esito. Non conviene mai tirare le somme, almeno finche' siamo vivi."
Questa recensione non e' ancora finita, perche' come la filosofia della merdista presuppone, e io da brava discepola seguo pedessiquamente, non ho ancora terminato di leggere il libro. Ma volevo condividere con i lettori della Scrivente Errante le prime riflessioni derivate da questa lettura, che mi sta dando forza e coraggio per portare alla luce un'Alessia vera, quella che si fa domande ogni giorno, e ogni giorno cerca le risposte (santo WIFI).
E per memorizzare tutte le ricerche effettuate deve necessariamente scriverle, prima su un quaderno e poi battendo sulla tastiera del laptop del college. Aspettatevi percio' una seconda parte del primo libro delle Mamme di Merda, perche' sono convinta che ci saranno altre similitudini e altre divergenze con la qui presente Scrivente Errante.
Anziche' lasciarvi la foto del libro, vi lascio il disegno dell'alter ego, disegnato sapientemente da CinnaMom, una Mamma meravigliosa e a dir poco perfetta, per il primo libro della famiglia Cosmopolita.
Un progetto che, almeno in inglese, si puo' ritenere, dopo due anni, un fallimento, ma che spero che in lingua italiana e con l'aiuto di questo blog, del college e di qualche esperto in comunicazione digitale riesca a trasformarlo in un successo, se non direttamente per me , quantomeno per CinnaMom.
Perche' un'altra caratteristica che mi distingue e' che mi piace particolarmente AIUTARE GLI ALTRI, individuare i loro punti forti e spronarli a realizzare i loro sogni. Ed e' cio' che faccio con le mie figlie come madre, ma come faro' a farlo diventare un lavoro? Ci riusciro'?
Un passo per volta, Alessia.
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