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Benvenuto nel blog della Scrivente Errante! 

Uno spazio dove conoscere una Mamma, AUTRICE degli ARTICOLI e delle RECENSIONI che troverete su questo blog, appartenente alla generazione dei Millennials di due bambine Cosmopolite, a cui spero di poter dare gli strumenti per realizzare i loro sogni ed essere FELICI! 

📖 Tra le pagine unte e amate di Nonna Pina: la vera cucina piemontese

  • Immagine del redattore: Mafalda
    Mafalda
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min



Quando apro La cucina piemontese di Laura Rangoni, non sento solo il fruscio delle pagine: sento l’odore del sugo sul fornello, il rumore della mezzaluna sul tagliere e, soprattutto, la voce di nonna Pina, che nel 2009 ci ha lasciati — ma non davvero.

Questo libro non è solo un ricettario.Per me è una scatola del tempo, un luogo caldo in cui tornare.

Tra le sue pagine c'è ancora il segno della sua mano: bigliettini scritti in corsivo stretto, annotazioni a matita, piccoli segni fatti per non dimenticare che "nella bagna cauda ci va il latte per ammorbidire l’aglio" o che "il bonet viene meglio con gli amaretti duri".

👵 Una cucina vissuta, tramandata

Nonna Pina non era chef.Era una donna che cucinava ogni giorno con la precisione di chi sa che il cibo è un linguaggio.E il suo dialetto era quello della vera cucina piemontese: sobria ma profonda, contadina e nobile al tempo stesso.

Ed è proprio questo che trasmette il libro della Rangoni:il Piemonte non ha una sola anima, ma due.

🥣 La prima: popolare, contadina, quotidiana

È la cucina delle campagne, delle nonne, dei pranzi della domenica.È quella dei tajarin tirati a mano, della bagna cauda bollente in centro tavola, dei plin pizzicati uno a uno con cura.È fatta di fuoco lento, di pochi ingredienti, ma veri.

👑 La seconda: regale, elegante, di corte

È la cucina che nacque all’ombra dei Savoia, nei palazzi di Torino, tra specchi e tovaglie bianche.Vitello tonnato, finanziera, zabaione…Piatti che parlano francese, ma con cuore piemontese.

📝 Un’eredità che continua

Mia nonna teneva il libro nella credenza della cucina, vicino alle spezie.Oggi l’ho portato con me, a chilometri da Torino.Lo apro anche solo per ritrovare una frase, una nota, o per ricordare come si faceva “a occhio”.

E adesso che sto crescendo le mie figlie, Chikaima Maitea e Chimamanda Lavinia, voglio che anche loro conoscano questi sapori.Non solo per cucinare bene, ma per ricordare da dove vengono.

Perché una ricetta non è solo un elenco di ingredienti.È un pezzo di famiglia, di storia e di anima.E finché ci sarà qualcuno a leggerla, a provarla, o anche solo a tenerla in un cassetto…nonna Pina sarà ancora con noi.

💬 E tu?

Hai un libro di ricette “di famiglia”?Una pagina macchiata, una nota scritta a mano, una voce che ti accompagna anche se non c’è più?

Scrivimi nei commenti.Parliamone, come si faceva una volta: attorno a un tavolo, magari con un bicchiere di Barbera e un piatto di agnolotti fumanti.

 
 
 

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