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Benvenuto nel blog della Scrivente Errante! 

Uno spazio dove conoscere una Mamma, AUTRICE degli ARTICOLI e delle RECENSIONI che troverete su questo blog, appartenente alla generazione dei Millennials di due bambine Cosmopolite, a cui spero di poter dare gli strumenti per realizzare i loro sogni ed essere FELICI! 

Studiando i Travel Pioneers, riscopriamo le origini della Scrivente Errante




Uno dei bisnonni della Scrivente Errante fu Tziu Mauru (o Maureddu ), al secolo Mauro Casula, è una storia singolare, quasi leggendaria, che ha caratterizzato la vita del borgo per diversi decenni. Il suo locale, una sorta di bar-trattoria, era l'unico nella zona, l'embrione di quello che oggi è il conosciuto Hotel Su Pallosu (al lato opposto dell'attuale strada rispetto all'albergo). In questo locale aveva portato la sua tipicità e umanità caratteriale di uomo delle zone interne della montagna sarda. Nato a Sorgono (il centro esatto dell'isola) nel 1908 era approdato singolarmente proprio a Su Pallosu probabilmente per lasciarsi alle spalle un turbolento passato sentimentale. Deve essere insito nel DNA degli uomini di questa famiglia abbandonare tutto e scappare, da soli, in un altro luogo dopo essere stati feriti. La Scrivente Errante ha preso questa caratteristica pur essendo nata femmina! Negli anni '50- 60 tutta la zona era una sorta di paradiso per la pesca e quest'attività veniva esercitata con sistemi, diciamo così, poco moderni. Il pesce infatti veniva raccolto direttamente con le mani dopo il lancio di bombe direttamente in mare. Le gassose e le spume erano tra le bibite pià richieste del suo locale. Tra i ricordi di chi l'ha conosciuto vi è quello singolare di un corvo addomesticato che girava tra i modesti tavoli del suo bar o del caratteristico intonaco realizzato con i gusci di ostriche rose. E' scomparso nel 1976, quando la sua prima nipote aveva 23 anni. La Scrivente Errante non era, invece, ancora venuta al mondo. Oltre a Ziu Mauru vi e' un altro pionere che rese famosa una localita' sarda, per la precisione Alghero, che passò da località sconosciuta e meta occasionale di qualche personaggio illustre, a luogo del turismo di massa come lo conosciamo oggi.
Tutto ebbe inizio quando a un certo Vladimir Raitz, giornalista ebreo-russo stabilitosi a Londra, in vacanza nel 1947 a Calvi in Corsica con alcuni amici, venne chiesto se ci fosse la possibilità di organizzare un viaggio aereo low-cost all-inclusive per portare i clienti britannici in quella località, viste le difficoltà e i costi dell'epoca per raggiungere la Corsica dalla Gran Bretagna con voli di linea o peggio di superficie.
Solo dopo molte difficoltà Raitz, che nel frattempo si era buttato nell'impresa fondando Horizon Holidays, riuscì a strappare alle rigide autorità aeronautiche britanniche l'autorizzazione a operare voli sulla Corsica, ed esclusivamente per trasportare studenti e insegnanti a causa delle resistenze della compagnia aerea nazionale BEA.
I primi voli furono un mezzo disastro sia per la scarsa pubblicità che per il limitato obiettivo commerciale, poi gradualmente gli affari prosperarono e Raitz con la sua Horizon iniziò a guardare ad altre possibili destinazioni nel Mediterraneo occidentale. Oltre alla Spagna, nel mirino c'era anche la Sardegna.
Per la nostra isola ci furono alcune perplessità iniziali da superare, legate alle notizie sulla diffusione della malaria nella regione, ma dopo il successo della campagna di eradicazione della malattia, definitivamente debellata nel 1950, l'isola fu ritenuta pronta ad accogliere i turisti.
La città prescelta fu Alghero, soprattutto per la presenza di un aeroporto e di alcune strutture ricettive in grado di ospitare la trentina di passeggeri che sarebbero sbarcati di volta in volta. Raitz si recò quindi ad Alghero alla fine dell'estate del 1953, per vedere di persona l'aeroporto e gli alberghi.
L'aeroporto non presentava grossi problemi: nell'estate del 1953, Alghero era già collegata a Roma, Pisa e Cagliari dalla compagnia LAI, che operava con DC 3 "Dakota"; le operazioni si svolgevano nel settore militare, a ovest della pista, in quella che ancora oggi è la palazzina del Comando.
Per quanto riguarda gli alberghi, all'epoca ce n'erano solo tre, La Lepanto, Las Tronas e La Margherita. Nelle sue memorie, Raitz elogia il primo per l'ottimo ristorante, che faceva presto dimenticare le camere e i bagni scomodi, e lo descrive come utilizzato soprattutto da uomini d'affari e commercianti:
"Il Lepanto aveva le peggiori camere tra gli alberghi di Alghero, ma il cibo era di gran lunga migliore che altrove. Il signor Lepanto viziava i suoi clienti con la sua generosità. I suoi superbi piatti di pesce e di pasta erano leggendari in tutta la regione". Le lamentele sulle camere e sui bagni venivano rapidamente dimenticate quando i clienti entravano nella sala da pranzo".
Invece, rimase letteralmente incantato dalla seconda, antica villa-castello sul mare di proprietà del conte di Sant'Elia, ex ciambellano del re Vittorio Emanuele III. Il conte (sposato con una donna inglese che passava la maggior parte del tempo a casa a gestire i suoi cavalli da corsa), si dichiarò pronto ad accettare fino a otto clienti paganti. Egli stesso viveva nella villa, ma aveva lasciato la gestione della parte alberghiera al suo maggiordomo, un certo Rossi. Fu quindi con lui che Raitz firmò il suo primo contratto per la stagione 1954.
Il secondo contratto fu firmato con la famiglia Masia, proprietaria dell'Hotel Margherita, e il terzo con Lepanto Cecchini.
La compagnia aerea scelta per questa catena di voli fu la Transair. Questa compagnia era stata fondata nel 1947 da un ex pilota della RAF e comprendeva all'epoca 10 Douglas DC3, tutti ovviamente di seconda mano e reduci dalla Seconda Guerra Mondiale.
L'aeroporto di partenza da Londra era Croydon, a sud della città, che allora era la base di Transair.
Era dunque venerdì 4 giugno 1954 quando alle 15.27 il DC3 Transair targato G-AMYJ, ai comandi di un certo capitano Thomas, atterrò per la prima volta sulla pista dell'aeroporto di Alghero proveniente da Londra, via Nizza. Dopo una breve e frugale cerimonia di benvenuto, i primi passeggeri "all-inclusive" sono stati caricati su un autobus e portati nei rispettivi alberghi.
I voli proseguirono secondo gli orari previsti, ogni venerdì, fino al 24 settembre, quando l'ultimo volo portò via gli ultimi turisti, inconsapevolmente diventati pionieri del turismo di massa. Alghero divenne a sua volta la "porta d'oro" del turismo in Sardegna, un appellativo oggi spesso abusato, ma all'epoca una verità indiscutibile.
Undici anni dopo il terribile bombardamento subito dall'aeroporto e dalla città, altre ali britanniche avevano solcato i cieli di Alghero, questa volta per portare progresso e prosperità, in un legame turistico con la Gran Bretagna che non si è più interrotto.
Ma quanto costava una vacanza all-inclusive nel 1954, rispetto ai prezzi di oggi? All'epoca Horizon vendeva un soggiorno di due settimane ad Alghero a un prezzo compreso tra le 32 e le 40 sterline; portato ai giorni nostri sarebbe tra gli 800 e i 1.000 euro. Nello stesso periodo BEA vendeva il solo volo di andata e ritorno Londra-Nizza a 70 sterline: senza dubbio i voli all-inclusive ebbero un successo immediato.