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Benvenuto nel blog della Scrivente Errante! 

Uno spazio dove conoscere una Mamma, AUTRICE degli ARTICOLI e delle RECENSIONI che troverete su questo blog, appartenente alla generazione dei Millennials di due bambine Cosmopolite, a cui spero di poter dare gli strumenti per realizzare i loro sogni ed essere FELICI! 

VOLONTARIATO: UNA SCELTA CHE TI CAMBIA LA VITA (SE L'ANG FUNZIONASSE)

Lo scorso lunedì 19 giugno ho partecipato a un incontro online con un responsabile di Volunteer Glasgow, che ci ha spiegato meglio la definizione di volontariato, i compiti del volontario e i doveri dell'associazione che accoglie il volontario.
Prima di tutto, un volontario e' una persona che fa qualcosa, specialmente per aiutare altre persone, volontariamente e senza essere costretta o pagata per farlo.
senza essere costretto o pagato per farlo. Le ragioni per cui si inizia a fare volontariato possono essere diverse: potenziare le proprie capacità sociali ed evitare l'isolamento, aiutare la comunità in cui si vive, imparare o migliorare nuove conoscenze e competenze per sé o per i propri figli.
In particolare, i giovani tendono a fare volontariato per cquisire nuove conoscenze e competenze da inserire nel proprio CV per poter avere un lavoro o migliorare la propria posizione professionale.
Personalmente, il volontariato, o servizio come si usa dire nel mondo degli scout, ha sempre fatto parte della mia vita, anche se in modi diversi nel corso degli anni.
iHo svolto servizi individuali e insieme ad altri; ho aiutato i bambini a fare i compiti e in alcuni luoghi di montagna ho creato passaggi per i turisti spostando pietre e qualsiasi ostacolo.
Sette anni fa ho iniziato un breve periodo di volontariato nel negozio dell'associzione delle case popolari che aveva acquistato l'edificio in cui vivevo, a Govanhill.
Il mio lavoro consisteva nell'affiancare i responsabili e aiutare i residenti a raccogliere informazioni su
documenti, assistenza medica di base, scuole per i bambini, sussidi. A quel temp, infatti, vivevo a sud di Glasgow,
Govanhill, ed è ancora oggi la zona in cui vivono più residenti di lingua rumena. È stato
molto piacevole poter tornare a parlare rumeno dopo l'esperienza di volontariato europeo in Romania di dieci anni fa.
Nel 2013 infatti decisi di partecipare a un progetto di volontariato europeo lavorando nel sociale, e in particolare organizzando e creando eventi sociali per diverse generazioni, che purtroppo l'Agenzia Nazionale per i Giovani non ha ritenuto i prodotti di questo progetto degni di essere promossi e non ha ritenuto importante farmi continuare a lavorare alla realizzazione di qone di progetti europei. Ma cosa sono i progetti di volontariato europeo? L'Unione Europea organizza questo tipo di
progetti per i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Contrariamente a quanto ha detto il responsabile di Volunteer Glasgow, i volontari in questi progetti sono pagati con una paghetta mensile e viene rimborsato loro il viaggio di andata e ritorno, oltre al biglietto dell'autobus per spostarsi nel luogo di servizio.
Il programma del progetto Linking generations prevedeva tre sessioni di formazione: la prima poteva essere erogata
prima della partenza dall'organizzazione di invio o già nel Paese ricevente, insieme a tutti i volontari Evs di quel Paese.
Lo stesso vale per il secondo incontro a metà servizio. L'anno dopo la fine del progetto sarebbe stata responsabilità delle Agenzie Nazionali per i Giovani di ogni Paese organizzare un incontro per tutti i volontari che avevano partecipato a un progetto SVE l'anno precedente, e io fui tanto stupida da partecipare a questo ultimo incontro tenutosi a Milano nel mese di novembre 2014.

Ma cosa ho realizzato durante i sette mesi in Romania? L'obiettivo era quello di interagire con diversi gruppi generazionali attraverso la collaborazione con
case di riposo, centri ricreativi per anziani, centri educativi e sociali per disabili, la biblioteca locale, alcuni asili nido, la scuola materna e la scuola elementare.
Durante i tre mesi estivi ho condotto personalmente
un laboratorio di lingua e cultura italiana in cui ho insegnato a bambini e ragazzi canzoncine con gesti
e nomi di animali, alcune fiabe italiane e ho mostrato loro alcuni programmi televisivi italiani dell'epoca, quando la televisione aveva ancora una missione educativa.
Ho notato subito che è stato molto interessante per gli adolescenti rumeni scoprire
Rita Pavone come cantante e attrice (ho mostrato loro alcuni spezzoni de Il giornalino di Gian Burrasca dove recitava la suddetta cantante ).
Insieme ad altri volontari italiani abbiamo fatto dei laboratori sul tema LGBTQIA+ e sull'Europa, così come
una rappresentazione della fiaba di Pinocchio, ancora disponibile su Youtube. Ciò a cui sono più legata,
e mi è dispiaciuto non aver ricevuto alcun riscontro dalle autorità in Romania o in Italia, sono state le
interviste alle persone anziane con cui abbiamo interagito nelle case di riposo e nel centro ricreativo locale. Io mi son focalizzata su intervistare chi aveva vissuto in prima persona la Seconda Guerra Mondiale e il successivo dopoguerra. In particolare per realizzare queste interviste, ho intervistato anche una sorella di mio padre, nata nel 1939, e il mio relatore universitario, con il quale ho scritto una tesi di laurea in cui analizzavo il modo in cui le generazioni sono state rappresentate in due programmi televisivi italiani della RAI in due epoche diverse. Sarebbe
stato molto interessante per me poter continuare a intervistare, attraverso per esempio Empower Women for Change, persone di Glasgow e dintorni, in modo da avere uno spaccato del momento storico ancora piu' completo.
Come ha detto Chimamanda Ngozi Adichie, non è la cultura a fare le persone, ma sono le persone a fare la cultura di un luogo, che trovo in linea con lo slogan di Glasgow: la gente fa Glasgow.
Un altro risultato finale che mi è dispiaciuto non sia stato riconosciuto come valido dall'ANG italiana del progetto Linking Generations è stata
la fiaba multiculturale scritta in collaborazione con gli altri volontari. Devo precisare che durante i sette mesi del progetto ho scritto da sola sia degli articoli che una favola per il blog. La fiaba multiculturale pero'
è stata realizzata fondendo le storie selezionate dei rispettivi paesi paesi di appartenza delle quattro volontarie presenti da luglio a dicembre.
Ogni volontaria ha scelto e presentato in modo non formale ai bambini dell'asilo una fiaba del proprio Paese,
poi abbiamo preso alcunii personaggi delle fiabe scelte e li abbiamo fatti interagire tra loro,
creando una favola divertente con un messaggio sui diversi modi di essere donne nel mondo. Anche se ho
ho fatto notare fin dall'inizio ai responsabili dell'organizzazione che la volontaria armena aveva scelto una favola che è molto conosciuta in Armenia, ma di origine inglese, e che sarebbe stato meglio per mantenere l'equilibrio con le altre favole realmente italiane e bulgare, non sono stata ascoltata granche'. È stato un peccato, perché esistono fiabe armene di grande bellezza e con messaggi estremamente importanti, che sto conoscendo solo ora che sono madre di due bambine, e che avrei voluto conoscere prima, quando ho avuto l'opportunità di vivere con una giovane armena per sette mesi.
Non sarebbe stato un arricchimento per lei e e per i bambini rumeni?
Io reputo personalmente che la fiaba realizzata con le altre volontarie in Romania sia importante da far conoscere, e per questo ho voluto includerla nel libro che ho pubblicato per AuthorHouse nel 2021.
Seguendo il blog della Scrivente Errante potrete invece trovare le fiabe armene che leggo alle mie bambine!
Come sarebbe bello se Empower Women for Change mi desse l'opportunità di raccogliere favole dall'Iran, dal Pakistan, dal Sudan, insieme alle mie compagne volontarie e scrivere cosi insieme una favola da presentare nelle biblioteche di Glasgow ai bambini e ai loro genitori!!

Come avrete capito da questo articolo, sono tata una volontaria con una fervida immaginazione e un'irresistibile curiosità che non viene mai soddisfatta!
Probabilmente è il risultato del gioco del perche' che facevo con mio padre, al quale chiedevo sempre il perché di tutte le cose, e lui cercava di punto in bianco risposte soddisfacenti e e piuttosto fantasiose, senza mai farmi star male, ma cercando di proteggere la mia anima sognante. Grazie all'incontro organizzato da Empower Women for Change, vedrò di farmi aiutare da loro a trovare un'associazione che mi permetta di fare il corso per tenere i bookbug nelle biblioteche, per provare a raccontare ai bambini le fiabe di tutti i Paesi del mondo. Chikaima Maitea, Chimamanda Lavinia, e tutti coloro che sono bambini nel 2023 devono continuare a chiedere perché agli adulti, e gli adulti devono dare loro risposte concrete, permettendo loro di volare con l'immaginazione e la fantasia!



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